In questi giorni e fino alla vigilia dell'Epifania genitori, zii e zie, nonni, amici e parenti vari sono alla ricerca affannosa del giocattoli più nuovi, più belli, più interessanti da regalare ai bambini che attendono con ansia l'arrivo di Babbo Natale e della Befana. Abbiamo cercato anche noi, nei negozi e nei grandi magazzini, le "ultime novità" ma, in effetti, di veramente "nuovo" non abbiamo trovato nulla. C'è sì la valigetta di James Bond, con le armi automatiche abilmente mascherate in innocue radio a transistor o macchine fotografiche, c'è una varietà di trenini che sbuffano, evitano gli ostacoli ed emettono il caratteristico suono delle vecchie macchine a vapore; ci sono bambole e pupazzi stupendi, che parlano, che ridono, che dicono tante cose, o che ricalcano fedelmente i personaggi noti della televisione; ci sono automobiline complete di motore, di modello recentissimo o tra i più antichi, c'è insomma un'infinità di giocattoli meravigliosi, non abbiamo che l'imbarazzo della scelta.
Di nuovo, di veramente nuovo non c'è nulla perché il giocattolo è vecchio quanto il mondo:sono mutati i materiali, la lavorazione, i personaggi ma la sostanza è rimasta la stessa. Il cerchio, ad esempio, era già noto ai fanciulli dell'Ellade, la bambola alle bambine dell'antico Egitto, il "paléo" (una specie di trottola) era uno dei giocattoli preferiti dai bimbi del tempo di Platone, 249 anni avanti Cristo. Lo Schliemann, il celebre riesumatore di Troia, trovò una piccola trottola anche nella città che precede di qualche secolo l'Ilio della tradizione. Le palle elastiche e i burattini col filo risalgono ad epoche antichissime:
nel volume "Custom and Manner of the ancient Egyptian" Wilkinson descrive ampiamente una lunga serie
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